Tartaruga marina: ecco come riconoscere le sue tracce e aiutarla a proteggere i nidi

FOLLONICA – Si è tenuto oggi, presso la sede della cooperativa Melograno di Follonica, il corso relativo all’individuazione e alla messa in sicurezza dei nidi di tartaruga marina. A presiedere il corso per tartAmare, l’associazione non-profit che in Toscana e, nella fattispecie a Grosseto, si occupa della riabilitazione delle tartarughe marine in via di estinzione ed è interamente supportata dal volontariato dall’interesse e dalla generosità dei cittadini, la dottoressa Luana Papetti, accompagnata dalla tirocinante romana in biologia marina all’università di Ancona, Erica Trotta. Gli operatori della cooperativa Melograno, insieme al responsabile della sicurezza Diego Lacalamita, attivi nel ”servizio ambientale” di pulizia delle spiagge, sono stati formati circa le abitudini, i periodi riproduttivi, il riconoscimento delle tracce, le modalità di scelta del luogo in cui le tartarughe marine decidono di nidificare ma, soprattutto, circa la messa in sicurezza di tutta l’area circostante il presumibile nido per tutelare lo sviluppo, la crescita e la schiusa (dai 45 ai 65 giorni dopo la deposizione) delle uova. Ad oggi, sono stati individuati già tre nidi sulle nostre coste. L’associazione tartAmare raccomanda la massima attenzione e il massimo rispetto sulle spiagge per collaborare a proteggere questa bellissima specie di animale marino. La traccia della tartaruga marina sulla spiaggia corrisponde a circa 60-70 centimetri da pinnata a pinnata ed è facilmente riconoscibile per il caratteristico percorso a “U”. La tartaruga, infatti, non torna mai sui propri passi. Generalmente esce di notte dal mare per deporre le uova, quindi è probabile trovare tracce del suo passaggio alla mattina presto.
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